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domenica 5 febbraio 2012

Giocano a ‘monopoli’ sulla pelle degli italiani



La Banca Centrale Europea ha erogato 498 miliardi di euro alle banche europee al tasso dell’ 1% per tre anni. A fine febbraio è previsto un altro mega prestito di 400 miliardi alle stesse condizioni.
La misura, scopiazzata dagli Stati Uniti che hanno tentato così di “salvare il capitalismo finanziario” dalla crisi del 2008 scaricando ogni peso sulle classi deboli interne e quindi catapultando il problema nella colonia-Europa, è stata dichiarata, dai Signori del denaro, dagli eurocrati, una misura per far ripartire l’economia con finanziamenti alle imprese. I soldi sono ovviamente nostri, pagati attraverso l’aumento dell’inflazione e la sottrazione di agevolazioni degli Stati all’economia reale.
E vengono usati così, dai signori delle banche d’affari e dalle loro strutture “centrali” sottratte alle nazioni, per finanziare loro stessi e cioè un sistema bancario parassitario che lucra interessi sui redditi dei cittadini e sui prestiti alle imprese produttive. Il problema è che le imprese produttive sono attualmente affossate proprio da questa usura centralizzata.
Un’usura che, in Europa, si spaccia con una moneta carta-straccia emessa dalle stesse banche (private) e che viene usata dai signori della finanza – dai Monti, dai Draghi – per sfidarsi a “monopoli” o al gioco delle tre carte.
Lo ripetiamo: 898 miliardi di euro che finiscono alle banche sono una cifra colossale.
Ma le piccole e medie imprese in sofferenza finanziaria non ne godranno certo. Gli istituti bancari beneficati non erogano più crediti. Con quei soldi pareggiano i loro investimenti sbagliati, acquistano titoli di Stato per ricavarne interessi del 7% medio l’anno e remunerano i loro soci con succosi dividendi, benché travolti da anni di crisi.
Prendiamo Unicredit, IntesaSanPaolo e Monte dei Paschi di Siena, che insieme hanno prelevato circa 35 miliardi dalla BCE a gennaio. Queste banche li investiranno in titoli di Stato, che le remuneranno con il 6/7%, e per coprire investimenti sbagliati che le hanno lasciate senza liquidità.
Nel frattempo le aziende chiudono, le persone sono licenziate, le famiglie perdono le case perché non riescono a pagare le rate del mutuo, gli imprenditori si suicidano.
Se invece che alle banche italiane il prestito all’1% per tre anni, che si aggirerà alla fine a circa 100 miilardi (nella prima rata hanno prelevato circa 50 miliardi) fosse stato erogato alle imprese l’Italia sarebbe già ripartita.
Ma Rigor Mortis , uomo di banca, figlio e nipote di banchieri, del popolo se ne frega. L’Italia fallisce mentre i banchieri brindano.

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