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domenica 26 febbraio 2012

Gli amiconi di Goldman Sachs


Fonte : Rinascita.eu

Con la Goldman Sachs al potere in Europa continua la strategia per trasformare l’Europa in una succursale degli Stati Uniti. L’obiettivo è semplice. Svuotare progressivamente di sovranità gli Stati nazionali e trasferirla a strutture tecnocratiche dipendenti dall’Alta Finanza internazionale. Smantellare lo Stato sociale e con esso tutti gli strumenti di tutela per le categorie più disagiate, anziani pensionati e disoccupati. Rendere il lavoro qualcosa di sempre più precario e flessibile. Trasformare insomma l’Europa in un terreno fertile perché si affermi la legge del più forte. Un Far West dove i poveri e i nuovi poveri si scanneranno per un tozzo di pane, per ottenere una occupazione male pagata e con ritmi di lavoro asfissianti e al limite dello schiavismo. Il tutto per permettere alle aziende europee di essere concorrenziali con quelle di quei Paesi dove tale realtà è già la regola da anni e dove le tutele di tipo europeo sono di fatto inesistenti. A tutto questo si aggiungerà la rapina ai danni dei cittadini che, come succede in Italia, dovranno essere puniti per aver preferito di investire i propri risparmi nel mattone piuttosto che nei titoli di società del “salotto buono”, finanziate dalle banche che ne sono creditrici e consigliate dai giornali che vedono entrambe come proprie azioniste. Si continuerà poi con la trasformazioni del denaro in qualcosa di sempre più virtuale che non sarà più materialmente nelle tasche dei cittadini ma potrà essere utilizzato soltanto attraverso carte di credito e bancomat.
Mario Draghi alla Bce, Mario Monti in Italia e Lucas Papademos in Grecia condividono tale filosofia e hanno tutti e tre un imprinting della banca made in Usa, insieme a Gianni Letta, Romano Prodi e al non compianto Tommaso Padoa Schioppa. Draghi in un intervista al Wall Street Journal ha ribadito la necessità di modernizzare il mondo del lavoro. Ossia, tornare ai tempi dei padroni delle ferriere. I mercati del lavoro, ha lamentato, scaricano tutta la flessibilità sui giovani e tutelano gli occupati con salari che seguono l'anzianità invece che la produttività. Il modello sociale europeo è morto. Si deve tagliare la spesa pubblica, pur senza aumentare le tasse (grazie, almeno questo!) in modo da favorire gli investimenti e la crescita economica. Da parte sua Monti, al termine dell’incontro dell'incontro con il premier irlandese Enda Kenny, si è compiaciuto che le firme di entrambi compaiano sulla lettera per la crescita economica che 12 capi di governo hanno indirizzato a Herman Van Rompuy (Consiglio europeo) e Josè Barroso (Commissione) in vista del vertice UE della prossima settimana. Una lettera che rappresenta una presa di posizione a fianco della Gran Bretagna e contro l’asse continentale tedesco-francese.

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