sabato 26 maggio 2012
R.Fiore : "Forza nuova è l'alba di un'altra fase politica"
Il segretario Roberto Fiore: «Nessun dialogo con Fini, Storace e Berlusconi. I partiti tradizionali non dicono più nulla».
Relazioni consolidate con il partito di Le Pen in Francia e con Alba dorata in Grecia e «un rapporto continuo» con la formazione politica ungherese di Viktor Orban. Guai però a parlare di Forza nuova come di un partito di destra. «Ci siamo sempre considerati una formazione politica nazional-popolare», ha precisato a Lettera43.it il segretario Roberto Fiore, «e proprio i movimenti nazionali sono in questa fase l’aurora di una nuova Europa che sta emergendo».
DOMANDA. Lo dice con ottimismo?
RISPOSTA. Sì, perché credo che con l’affermazione delle destre si stia tracciando la direzione giusta in Ue.
D. Il vento che spira nel Continente, però, non ha contagiato l’Italia. Il suo partito alle ultime amministrative è rimasto sotto la soglia dell’1%.
R. Anche Le Pen per circa un decennio è rimasto inchiodato intorno all’1%. La storia, a volte, procede in modo bizzarro. Ma è soprattutto un’altra la considerazione da fare.
D: Quale?
R. Nel momento in cui i movimenti nazional-popolari entrano nelle coscienze della gente diventano inarrestabili.
D. Oggi, tuttavia, i dati parlano chiaro.
R. E dicono anche che ci sono comuni come Cerveteri (RM) ed Atessa (CH) dove i dirigenti storici forzanovisti hanno ottenuto oltre l’8% delle preferenze. Ma i risultati raccontano soprattutto un’altra Italia.
D. In che senso?
R. Siamo all’alba di una fase politica nuova. Un fatto confermato dal crollo del Pdl (ormai al 17%), dalla scomparsa della Lega e dall’inconsistenza della sinistra. Ma questa, forse, è l’unica costante invariata.
D. Lei, insomma, è convinto che ci sarà una forte affermazione delle destre in Italia?
R. È una certezza. Il Paese troverà la forza e quando arriverà il momento noi abbiamo già le ricette pronte, dalla politica economica a quella familiare.
D. Che tempi prevede?
R. Non è facile capire quando ci sarà questo risveglio degli italiani. Una cosa è certa, però.
D. Cioè?
R. Quando passa il treno devi essere pronto e Forza nuova lo è.
D. Intanto, oltre a guardare oltre confine, cosa fa il suo partito?
R. La rivolta fiscale contro l’Imu e l’adozione della moneta locale sono le nostre battaglie prioritarie.
D. Non c’è troppo populismo dietro questa campagna?
R. No. È un’ipotesi seria da prendere in considerazione.
D. E gli effetti negativi?
R. Non ci sono ripercussioni se la scelta è libera: basta, infatti, fare accordi con gli altri Paesi.
D. In vista delle politiche è possibile un dialogo di Forza nuova con il Fli di Gianfranco Fini?
R. No. Per motivi ideologici e di identità.
D. Allora con il Pdl?
R. Non siamo interessati a quel tipo di progetto che sembra avere in mente Berlusconi. Una federazione con una parte più moderata e una più a destra darebbe luogo al solito gioco delle parti di una politica vecchia e lontana da noi.
D. Nella galassia delle destre rimane solo Francesco Storace. È un probabile interlocutore ?
R. Gli italiani chiedono volti nuovi e gente che non ha mai governato. Storace non è tra questi.
D. In Italia, però, il bipolarismo è entrato nella coscienza delle persone. Forza nuova con questa logica continuerà a rimanere fuori dai giochi.
R. Non è così e il fatto che i partiti tradizionali ormai non dicano più nulla ne è la prova.
D. Le amministrative hanno consacrato il Movimento 5 stelle come terzo partito. Rappresenta un’insidia per la sua formazione politica?
R. Al contrario. Non a caso il comico genovese subito dopo le elezioni ha sottolineato che se il voto non fosse andato ai grillini sarebbe andato ai fascisti. Ed è proprio cosi.
D. Cosa intende dire?
R. Le politiche anti banche, anti euro, anti Bce e anti debito pubblico sono prima nostre che di Beppe Grillo.
D. A maggior ragione, allora, come si spiega il boom di M5s rispetto a Forza nuova?
R. È un problema di cappa mediatica: noi siamo discriminati.
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