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martedì 1 ottobre 2013

Elezioni Austria, l’ultradestra orfana di Haider terzo partito con il 21,5%


VIENNA - E'la destra radicale di Heinz Christian Strache il vero vincitore politico delle elezioni svoltesi in Austria per il rinnovo del Nationalrat, il Parlamento. Il partito di Strache (Fpoe, partito della libertà austriaco) è infatti l'unica forza politica già esistente nell'ultima legislatura (cioè a parte due partitini neocreati) a registrare un forte balzo in avanti. Secondo i risultati provvisori, sale al 22 per cento, che vuol dire un aumento di almeno 4,5 punti percentuali. Il quale è grosso modo pari alla somma della perdita di consensi dei due partiti della Grande coalizione di governo uscente, i socialisti (Spoe) che col 26,5 per cento restano primo partito scendendo però del 2,9 per cento, e i cristianopopolari (Oevp, la Dc austriaca) che resta per un soffio secondo partito poco avanti a Strache, calando al 23,8 per cento del 2,2.

    "E' una conferma della nostra posizione", ha detto Strache accolto in trionfo dai suoi seguaci alla sede del suo gruppo parlamentare. Certo, la grosse Koalition del cancelliere socialdemocratico Werner Faymann e del vicecancelliere e ministro degli Esteri democristiano Michael Spindelegger resterà al potere, ma la sua spinta propulsiva s'indebolisce nettamente. "E' una coalizione degli sconfitti", ha esclamato Strache, mostrandosi più deciso che mai a cambiare a fondo equilibri e panorama politico in Austria. "Gli elettori hanno punito la corruzione del governo, il suo attaccamento al potere, la sua politica a favore dell'euro, che è una valuta che è stata imposta ai popolo del nostro continente, noi siamo diversi, io sono diverso e ho la mia personalità, il mio carattere".

    Oltretutto, il successo della destra radicale è di fatto aumentato se oltre ai voti per il partito di Strache contiamo anche i consensi ottenuti da altre due forze di fatto a lei vicine o concorrenziali: il team Stronach, del miliardario austrocanadese Frank Stronach, considerato quasi un Berlusconi austriaco, che ottiene il 5,9 per cento, e la Bzoe, ala scissionista della Fpoe di Strache, che resta fuori dal Nationalrat perché col 3,7 per cento si colloca al di sotto della soglia di sbarramento del 4 per cento.

    "L'Europa dell'integrazione politica va nella direzione sbagliata", afferma Strache, "i popoli vogliono conservare la loro patria, cultura e identità". Ed egli si è anche esplicitamente richiamato al "valore cristiano dell'amore per il prossimo", facendo rivivere un po' l'ideologia clericale-autoritaria del cancelliere Dollfuss, quello morto nel 1938 quando Hitler con l'Anschluss annesse il piccolo paese al Terzo Reich.
    
L'Austria è considerata un laboratorio politico europeo, per la peculiarità del suo sistema politico e per la forza del voto di protesta a favore della destra radicale, nonostante l'eccezionale solidità economica del paese. L'economia altamente industrializzata e integratissima con quella tedesca infatti continua a crescere, la disoccupazione, col 4,8 per cento, è al livello più basso dell'eurozona, il sistema di welfare è tra i migliori del mondo. Clientelismi e scandali di socialdemocratici e democristiani, i partiti che sono stati più a lungo al potere nel dopoguerra democratico, e la paura dell'immigrazione sono tra i temi più usati dalla destra radicale. E' un no in più all'Europa, con cui Angela Merkel e la Commissione europea di Bruxelles devono fare i conti, una settimana dopo il trionfo della cancelliera alla elezioni tedesche.
 

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