Bisogna riconoscere che certi settori della magistratura dimostrano, a volte, un forte grado di autonomia: prima il Tar regionale siciliano – che accoglie a metà febbraio una serie di ricorsi e conferma quanto già stabilito nel luglio del 2013 sulle irregolarità dei lavori del MUOS, disponendone il blocco in assenza di valido titolo autorizzativo (sono, in pratica, abusivi) e perché carenti di validi studi sui rischi per la popolazione e l’ambiente, nonché totalmente privi di studi sui rischi per il traffico aereo, oltre che, come se non bastasse, mancanti di valida autorizzazione paesaggistica, perché scaduta – poi la Procura di Caltagirone – che, pochi giorni fa, ordina il sequestro dell’impianto USA – hanno emesso sentenze coraggiose perché vanno contro l’arrogante volontà coloniale di un padrone americano, che già si serve della Sicilia come di una gigantesca base militare, approfittando dell’approssimazione amministrativa – tipica di chi non ha neanche bisogno che le carte siano a posto – e del servilismo arruffone della giunta Crocetta, che si è fatta ridere dietro per la farsesca “revoca della revoca” – sempre relativa alle autorizzazioni per i lavori del MUOS – messa in atto pur di compiacere il suddetto padrone.
Ed è necessario, allo stesso modo, sottolineare, ancora una volta, quanto invece sia servile, e altrettanto approssimativo, perché sorvola sul merito delle motivazioni relative alle sentenze, il Corriere della sera verso i medesimi padroni, fino al punto di affidare pochi giorni fa ad Angelo Panebianco, noto come politologo di via Solferino, un sarcastico, e scandalizzato, attacco ai Tar e alla Procura della repubblica di Caltagirone – parte integrante degli organismi dello Stato, è bene notarlo, che prende posizione contro una struttura straniera, voluta da una potenza straniera, in terra italiana, nel silenzio imbarazzato degli organismi governativi: Difesa, Esteri, Governo centrale – basato sull’allucinante argomentazione che le sentenze, da lui definite “una barzelletta inventata da qualcuno che ce l’ha con gli italiani”, lederebbero la sicurezza nazionale e la nostra sovranità.
Sì, proprio così, secondo Panebianco la giustizia – amministrativa e non – dovrebbe farsi da parte su certe materie perché “siano soltanto i governi nazionali (in virtù di un mandato elettorale)” a decidere.
Panebianco è davvero insuperabile come barzellettiere involontario, vive in un mondo tutto suo
(a wonderful world) in cui la “sicurezza nazionale” – garantita da una potenza straniera in quanto “alleata”, le cui disastrose scelte in politica estera paghiamo e pagheremo sulla nostra pelle in termini di invasione immigratoria implementata dalle disastrose, eterodirette “primavere arabe” e dai rischi terrorismo connessi a quell’Isis che gli stessi “alleati” hanno inventato nel medesimo contesto – e la sovranità nazionale si garantiscono sottoscrivendo senza fiatare tutto ciò che la medesima potenza straniera decide di fare per curare i propri, stranieri, interessi.
Lui, e il Corriere, conoscono la reale portata dell’arsenale militare statunitense in Sicilia e in Italia? Sanno cosa sono Sigonella (anche in relazione al noto episodio lì accaduto che portò alla fine di Craxi), Augusta e la stessa Niscemi ancor prima del MUOS? Sanno cosa sia veramente il MUOS o credono davvero che si tratti soltanto di un “sistema di difesa”?
Ma sì, certo, lo sanno, come sanno che gli ultimi governi non hanno ricevuto alcun mandato elettorale. Ed è proprio per questo che dovrebbero proporsi, in qualità di fanatici alleati dei “buoni” made in USA, rompendo ogni indugio e facendo a meno anche della troppo prudente magistratura, quale sede ideale per lo stesso MUOS e per qualunque altro impianto militare.
Che il MUOS si trasferisca armi e bagagli, è proprio il caso di dirlo, nella celeberrima via Solferino a Milano, dalle cui finestre vediamo già sventolare da tempo una magnifica bandiera a stelle e strisce, quale perfetto ufficio stampa e propaganda degli interessi anti italiani, perché il Corsera, si sa, “ce l’ha con gli italiani”
Panebianco è davvero insuperabile come barzellettiere involontario, vive in un mondo tutto suo
(a wonderful world) in cui la “sicurezza nazionale” – garantita da una potenza straniera in quanto “alleata”, le cui disastrose scelte in politica estera paghiamo e pagheremo sulla nostra pelle in termini di invasione immigratoria implementata dalle disastrose, eterodirette “primavere arabe” e dai rischi terrorismo connessi a quell’Isis che gli stessi “alleati” hanno inventato nel medesimo contesto – e la sovranità nazionale si garantiscono sottoscrivendo senza fiatare tutto ciò che la medesima potenza straniera decide di fare per curare i propri, stranieri, interessi.
Lui, e il Corriere, conoscono la reale portata dell’arsenale militare statunitense in Sicilia e in Italia? Sanno cosa sono Sigonella (anche in relazione al noto episodio lì accaduto che portò alla fine di Craxi), Augusta e la stessa Niscemi ancor prima del MUOS? Sanno cosa sia veramente il MUOS o credono davvero che si tratti soltanto di un “sistema di difesa”?
Ma sì, certo, lo sanno, come sanno che gli ultimi governi non hanno ricevuto alcun mandato elettorale. Ed è proprio per questo che dovrebbero proporsi, in qualità di fanatici alleati dei “buoni” made in USA, rompendo ogni indugio e facendo a meno anche della troppo prudente magistratura, quale sede ideale per lo stesso MUOS e per qualunque altro impianto militare.
Che il MUOS si trasferisca armi e bagagli, è proprio il caso di dirlo, nella celeberrima via Solferino a Milano, dalle cui finestre vediamo già sventolare da tempo una magnifica bandiera a stelle e strisce, quale perfetto ufficio stampa e propaganda degli interessi anti italiani, perché il Corsera, si sa, “ce l’ha con gli italiani”
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