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sabato 26 settembre 2015

Fakhri (Hezbollah): “Lasciare la nostra terra? Preferiamo il martirio”




Roma, 25 set – La donna è minuta, ma sprigiona un grande magnetismo. Naturalmente ieratica,Madame Rima Fakhri parla a bassa voce, con frasi secche, cortesi ma decise. L’esponente dell’ufficio politico di Hezbollah ci raggiunge dopo la preghiera del pomeriggio, a Roma, dove oggi parteciperà al convegno sul “Mediterraneo Solidale” organizzato dalla onlus Solidarité Identités.
Signora Fakhri, lei è dirigente di un movimento per cui qualcuno in Europa usa la parola “resistenza”, altri la parola “terrorismo”. Che cosa è davvero Hezbollah?
Siamo un partito libanese e il nostro obiettivo principale è quello di affrontare un’occupazione. Abbiamo cominciato nell’82 reagendo ad Israele. Noi, come cittadini libanesi, non abbiamo accettato che il nostro paese fosse occupato. Tutta la nostra lotta è basata sulla liberazione del nostro territorio. Purtroppo in Europa e nella società occidentale hanno deciso di considerare terrorista l’ala militare di Hezbollah sotto la pressione di alcune lobby. Noi diciamo al popolo italiano e al popolo europeo: siamo come voi. Neanche noi accettiamo che qualcuno occupi il nostro territorio. Abbiamo subito il terrorismo israeliano e oggi stiamo subendo terrorismo takfir [cioè “miscredente”, come i musulmani chiamano i salafiti – ndr], che è stato prodotto e allevato dagli Usa. Abbiamo creato la resistenza per rispondere a tutto questo. Chi vuole sapere qualcosa di noi può venire e vedere cosa stiamo facendo. Diamo il benvenuto a chiunque.
Lei ha citato la vostra lotta contro Israele. Ma contro cosa combattete, di preciso? Contro uno stato, contro un popolo o contro una religione?
Oggi l’israeliano continua a occupare una parte del nostro territorio e nello stesso tempo decide di aggredirci ogni volta che lo desidera. Noi non crediamo nello stato di Israele. Questa terra è dei palestinesi. E i palestinesi sono musulmani, cristiani ed ebrei.
Il ruolo della donna nell’Islam è una questione molto dibattuta da noi. Il fatto che lei abbia un ruolo apicale in Hezbollah è di per sé la smentita di tanti pregiudizi. Cosa può dirci di questo argomento?
Senza dubbio i popoli occidentali hanno bevuto ciò che ha preparato l’imperialismo e la sua propaganda. E questi hanno come obbiettivo principale di colpire i musulmani e deformare l’immagine dell’Islam. In questo sono stati aiutati da alcune frange che pretendono di essere musulmane. Le pratiche di  movimenti come il wahabismo, l’Isis e le altre organizzazioni takfiri hanno deformato l’immagine dell’Islam, non solo per quanto riguarda la donna, ma in tutti i settori. Noi crediamo che l’Islam non faccia distinzione fra uomo e donna. L’Islam ha chiesto alla donna di lavorare per il bene della società. La donna può fare qualsiasi cosa nella vita, sempre tenendo in considerazione la propria femminilità. La donna ha diritto di ricevere un’educazione, di lavorare nella società, di operare in qualsiasi settore: sanitario, culturale, politico, artistico. Ecco perché la donna si trova in tutti i settori di Hezbollah, esclusa la lotta armata.
Cosa pensa dell’emergenza profughi che sta mettendo in crisi le nazioni europee?
È una questione umanitaria difficile. Loro sono delle vittime del terrorismo. Il primo responsabile di questa migrazione è chi sostiene questi gruppi terroristici. Sono gruppi sostenuti dagli Usa, da diversi governi europei, dal Qatar, dall’Arabia Saudita, dalla Turchia. Per quanto riguarda la nostra esperienza come libanesi dico questo: noi non lasciamo il nostro Stato. Noi resistiamo e possiamo anche offrirci come martiri per liberare la nostra terra. Per quanto riguarda i rifugiati, che sono diventati un problema pesante per tutti gli Stati europei e per quelli che circondano la Siria, la soluzione è risolvere il problema siriano. Tutti i contendenti devono sedersi attorno a un tavolo col regime siriano e risolvere il problema.
Che cosa rappresenta l’Europa dal vostro punto di vista?
Purtroppo l’Europa non ha ancora la sua autonomia. Quando gli americani dicevano che la soluzione del problema siriano doveva cominciare col rimuovere il presidente Assad, gli europei hanno cominciato a dire la stessa cosa. Gli europei ripetono sempre ciò che dicono gli americani. Ma chi subisce il problema siriano è l’Europa, non gli Stati Uniti.
Un’ultima questione: in Libano è presente un grande contingente militare italiano sotto l’egida dell’Onu. Cosa pensate di queste truppe?
Diamo il benvenuto a questi ragazzi, c’è ottima collaborazione fra loro e i cittadini libanesi. L’importante è che continuino a proteggere la popolazione dalle aggressione israeliana.

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