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lunedì 29 dicembre 2014

È proprio vero: la peggior dittatura oggi è quella che meno ti aspetti, ossia la “democrazia”

È proprio vero: la peggior dittatura oggi è quella che meno ti aspetti, ossia la “democrazia”, nella sua declinazione liberale e progressista.
Con l’ipocrita appellativo di “democrazia” (ben poco a che vedere col mondo greco antico che l’ha partorito) si vuol coprire la vera natura dispotica di chi, con quel nome, si riempie la bocca ad ogni piè sospinto, per squalificare i suoi avversari; il sedicente “potere al popolo” è un’illusione, poiché la realtà è quella di una torta spartita tra i presunti paladini della libertà, dell’uguaglianza e della giustizia sociali, della democrazia per l’appunto, che tutto vogliono fuorché una società giusta in cui il potere sia dei legittimi proprietari della terra governata. Nella fattispecie, gli Europei.
Avrete notato tutti l’ipocrita canea occidentale in cui si gioca a chi demonizza di più la Russia di Putin, Lukashenko, l’Ungheria di Orban e Jobbik, l’Iran, la Siria, la Cina o la Corea del Nord, o i nostrani patrioti coerenti con un disegno davvero di sovranità nazionale. Ecco, state certi che più uno demonizza questi più sarà un acerrimo nemico della libertà di stampa, d’espressione, della libera presa di coscienza che sfoci nell’identitarismo e nel tradizionalismo nostrani, perché si ritiene “superiore” e in dovere di censurare ogni parere discordante dalla vulgata mondialista. Appoggiare i ribelli anti-tradizionali all’estero, sopprimere la ribellione tradizionale interna. A scapito della coerenza “democratica” (anche se una coerenza da galoppini globalisti c’è di sicuro, ma è quella dei vigliacchi).
Da qui nascono la Legge Mancino, il vilipendio, l’anti-revisionismo, l’apologia di fascismo, l’anti-negazionismo olocaustico, tutte cose molto coerenti, devo dire, con la sete di libertà che i sedicenti paladini “democratici” dicono di avere.
In realtà non sono null’altro che utili idioti, stupidi burattini nelle mani dei plutocrati e di chi tiene per le redini la società europea occidentale, ossia i banchieri e i gendarmi atlantisti.
La loro arrogante “superiorità morale” è in realtà isteria di massa, paura cieca di chi esce dal gregge conformistico dell’occidentalismo e dei suoi dis-valori, per trovare percorsi genuini e dettati dalla Ragione e dal buonsenso identitario, scontrandosi poi con la pavida imbecillità di chi vuole imbavagliare il dissenso.
Costoro, sono gli stessi imbecilli che, se da una parte ostentano disprezzo e/o compassione (questo, vorrebbero far credere) per chi la pensa diversamente da loro e ha il coraggio di dirlo, dall’altra fanno di tutto per denunciare, mettere alla gogna e condannare, dimostrandosi insperati scudieri delle forze dell’ordine e prima ancora della magistratura. Insperati perché in altri casi poliziotti e giudici diventano fascisti, per loro.
Naturalmente, so bene di cosa parlo, riguardandomi da vicino, ma è lo stesso che riguarda il caso StormFront o di altri casi in cui sul banco degli imputati vengano spedite le varie vittime della libertà d’espressione frustrata, a intermittenza, che vale solo per i fiancheggiatori del $istema, non certo per chi esce dal coro dei pecoroni irregimentati.
Per beffa inoltre, hanno pure il coraggio di dire: “Ricordati che se sei libero di dire certe cose lo devi ai partigiani e agli Americani”. Capito? Oggi siamo vessati da leggi che nemmeno sotto il Fascismo, ma nonostante questo dovremmo ringraziare chi ha ridotto l’Italia ad un colabrodo per averci liberati (?!). Sì, liberati per darci in pasto alla NATO?
La verità è che l’odierna democrazia euro-occidentale è una cattività atlantista ad uso e consumo di Ebrei e Americani. Siamo liberissimi di occuparci di qualsivoglia sciocchezza, di fare satira e di prendere di mira tutto quello che ci pare e piace, meglio ancora se si tratta dell’Identità e della Tradizione, ma guai, guai, se ci vien voglia di alzar la testa e di cominciare a sviluppare un pensiero critico verso il pantano pseudo-democratico in cui sguazziamo.
Qualora accadesse, si comincia con la gogna mediatica, con le accuse, le calunnie, le demonizzazioni, la solita gazzarra fatta di diffamazioni per infangare il buon nome identitario ed esorcizzare così le cieche paure di liberali e progressisti, o di altri poveri casi umani, e poi si finisce in tribunale, perché quelli si fanno ascari della magistratura e della politica liberticida, troppo prese a condannare gli uomini liberi che a comminare severe pene ai veri delinquenti, troppo spesso impuniti e anzi, a volte premiati. Pensate a “mafia capitale”, e poi alle crociate anti-nazzzisti, e chiedetevi dove lo stato impieghi il maggior zelo per reprimere e stroncare sul nascere.
Ma si sa, lo stato italiano è tasse e reati d’opinione, perché sempre meno espressione della Nazione, e di conseguenza teme più i cosiddetti reati “d’odio” che quelli veri e propri.
L’attuale repubblica, nata da partigiani, liberali, cristianucci e antifascisti vari, non rappresenta gli Italiani, ma i padroni d’Oltreoceano, o quelli di Bruxelles, perché la cessione di sovranità e l’atlantismo sono all’ordine del giorno, per poter nutrirsi avidamente delle briciole che cadono dal tavolo dell’occidentalismo.
Passi pure la demonizzazione, l’isteria dei nostri detrattori è un punto a nostro favore, sintomatica della loro invincibile paura per tutto quello che possa turbare i loro placidi sonni borghesi (o da bifolchi imborghesiti), ma la legislazione liberticida no, non è accettabile, e credo che noi si debba sempre contrastare le manie giustizialiste dei reati d’opinione, in quanto subdola arma da vigliacchi che temono il confronto e le opinioni forti, e non strumento democratico.
La democrazia è sempre più un inganno, pagato a caro prezzo sulla pelle proprio di chi da essa dovrebbe trarre giovamento, ossia il popolo, ossia noi.
No, chi ne trae giovamento è chi comanda per davvero, che non sono i burattini in giacca e cravatta di Roma, ma coloro che, dal ’45, fanno il bello e il cattivo tempo tenendo per i testicoli (come si suol dire) un Continente intero, perennemente ricattato con i torbidi affari di quell’epoca.
Ma so per certo che il nerbo identitario, all’omologazione buonista e politicamente corretta, non si piegherà mai, anche perché se c’è qualcuno che davvero si batte per la giustizia sociale questi è il patriota schietto e sincero, sociale e nazionale. E così per la Verità, che non è odio, razzismo, suprematismo, violenza, ma amore per le proprie radici, la propria Natura.

Ave Italia!

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