Una visione autenticamente rivoluzionaria non può prescindere in alcun modo, secondo le linee guida tracciate dal compianto professor Giacinto Auriti, da un ritorno alla proprietà popolare della moneta.
Non si tratta qui di una semplice critica alla moneta unica europea, oggi, seppure in notevole ritardo, ampiamente condivisa, ma di una visione radicalmente differente dell’intera questione.
Il ritorno alla sovranità monetaria è dal 1997 parte integrante delle tesi forzanoviste per la Ricostruzione Nazionale.
Vi proponiamo sul tema un estratto dal nostro programma politico.
Non si tratta qui di una semplice critica alla moneta unica europea, oggi, seppure in notevole ritardo, ampiamente condivisa, ma di una visione radicalmente differente dell’intera questione.
Il ritorno alla sovranità monetaria è dal 1997 parte integrante delle tesi forzanoviste per la Ricostruzione Nazionale.
Vi proponiamo sul tema un estratto dal nostro programma politico.
Deve cessare immediatamente il monopolio dei banchieri sulla vita delle famiglie e sulle attività delle imprese, per fare ciò proponiamo:
• Che la moneta ritorni ad essere di proprietà dello Stato e, per suo mezzo, dei cittadini e che esso, quindi, eserciti, attraverso la nazionalizzazione della Banca d’Italia, la propria sovranità nell’emissione del denaro, prerogativa oggi posseduta da enti privati che lo mettono in circolazione creandolo dal nulla e, prestandolo allo Stato, ne addebitano il valore nominale alla comunità nazionale, diventando così, in modo truffaldino, creditori verso tutti noi;
• Che, conseguentemente, tutto il debito pubblico (ad eccezione di quello contratto con i privati cittadini, proprietari di Titoli di Stato) sia considerato, secondo il diritto internazionale e naturale, “odioso” e inesigibile, perché contratto “non nell’interesse nazionale” e perché derivante da prestiti privi di giusta causa;
• Che i parametri di riferimento per il valore della moneta siano il lavoro e la ricchezza nazionale e non più le stime di organismi finanziari privi di rappresentanza popolare e politica;
• Che lo Stato emetta, a credito, una moneta nazionale, anche a corso convenzionale, per fronteggiare con efficacia l’attuale e ogni ulteriore ed eventuale crisi, favorendo anche la creazione di monete a corso locale;
• Che si assicuri un reddito minimo di cittadinanza a garanzia del fabbisogno delle famiglie e delle categorie più deboli;
• L’istituzione, sulla base di nuovi accordi internazionali, di una moneta unica europea da accreditarsi ai soli stati nazionali che ne accettino il valore, con la diretta gestione e il controllo della Banca Centrale europea da parte degli Stati nazionali o delle loro banche centrali;
• L’abrogazione dell’attuale Testo Unico Bancario, attraverso la denuncia della direttiva del 12-12-1977 della C.E. la cui azione criminale privatizzava l’attività di credito e risparmio, ed il ritorno alla gestione pubblica degli Istituti di Credito sotto il controllo della Banca d’Italia, istituzione che, come già specificato, dovrà tornare di proprietà dello Stato;
• Il conseguente ritorno al principio dell’ “interesse pubblico” nell’attività di gestione del risparmio e di erogazione del credito, con relativa previsione costituzionale ;
• Il necessario ripristino, sempre derivante dall’abrogazione del suddetto Testo Unico Bancario, delle “Casse di Risparmio”, delle “Casse Rurali” e degli analoghi istituti sociali di credito, di fatto scomparsi perché confusi nell’attuale generalizzata normativa, per assicurare e garantire il credito ad aziende e privati cittadini, con il ritorno alla netta differenziazione giuridica tra banche di investimento e banche di credito e risparmio e la previsione del divieto, e/o di severe limitazioni, su tutto il territorio nazionale per qualsiasi ente o privato, di promuovere o favorire, con qualsiasi mezzo, transazioni aventi mero fine speculativo;
• La reintroduzione dello statuto penale per i funzionari di banca, in forza del carattere di pubblico interesse dell’attività di gestione del credito e del risparmio, allo scopo di equipararne l’operato alle regole cui sono sottoposti i dipendenti e i dirigenti della Pubblica Amministrazione.
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