Di
certo c’è solo il numero dei partecipanti. Mercoledì i leader di Francia,
Germania, Russia e Ucraina, insieme a rappresentanti dei ribelli separatisti e
dell’Osce, si riuniranno a Minsk per cercare di raggiungere un
accordo e mettere fine alla guerra che nell’est dell’Ucraina è cominciata ad
aprile e ha già fatto più di cinquemila morti. Ma gli interessi in gioco,
da una parte e dell’altra, sono molto diversi tra loro e i punti
interrogativi superano di gran lunga le certezze.
CESSATE
IL FUOCO. Il primo obiettivo della trattativa nella
capitale bielorussa è il cessate il fuoco. Si combatte ancora a Debaltsevo,
infatti, dove i ribelli hanno ormai circondato la città e gli ottomila soldati
ucraini che si trovano all’interno. La tregua cominciata venerdì per
evacuare la popolazione è finita e i combattimenti sono ripresi,
anche se non tutti i cittadini hanno voluto andarsene. Debaltsevo è
un importante snodo ferroviario e autostradale che permetterebbe ai ribelli
di collegare meglio le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk strappate a Kiev.
COSA
CHIEDE LA RUSSIA. Secondo quanto filtrato
negli ultimi giorni, a Minsk Vladimir Putin chiederà di firmare una tregua
basata sui confini attuali, che comprenda anche le ultime conquiste
territoriali dei ribelli; forte autonomia per le province di Donetsk e
Lugansk; rallentamento dell’adesione ucraina all’Unione Europea; promessa
da parte della Nato di non includere l’Ucraina tra i suoi membri;
inchiesta sui crimini di guerra commessi dalle truppe ucraine; immunità
giudiziaria per i ribelli separatisti; riconoscimento nella Costituzione
ucraina dell’autonomia linguistica e culturale dell’est (dove i russofoni
spesso sono la maggioranza); libertà di scelta per Donetsk e Lugansk di
aderire all’Unione doganale con Russia, Bielorussia e Kazakhstan;
smobilitazione delle milizie volontarie filo-ucraine, accusate (al pari di
separatisti ed esercito ucraino) da più organizzazioni internazionali di
crimini contro l’umanità.
COSA
CHIEDE L’UCRAINA. Il presidente ucraino Petro Poroshenko,
invece, mercoledì chiederà che la tregua non riguardi gli ultimi territori
conquistati dai ribelli, ma quelli previsti già dal vecchio accordo di Minsk
del 5 settembre; accetterà di offrire una certa autonomia all’est
dell’Ucraina ma senza una divisione federale del Paese; pretenderà il
ritiro immediato dall’Ucraina di tutte le truppe russe in incognito e la fine
delle forniture di armi russe ai ribelli; libertà per l’Ucraina di aderire
all’Ue e alla Nato; processi per i ribelli; ritorno a un accordo
energetico vantaggioso con Mosca e controllo dei confini tra Russia e
Ucraina.
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